Ajayô, in napoletano “Vuless ‘o ‘Ciel” è un'espressione afro-brasiliana che significa un soffio di saluto a Oxalá . È spesso pronunciato in un senso simile all'espressione "Se Dio vuole" o "Speriamo" ed è usato per salutare qualcuno.
È un progetto che racchiude composizioni originali di Danise, composizioni della tradizione napoletana, messicana, brasiliana.
“Ajayô” non è solo una proposta musicale antologica principalmente finalizzata
all’ intrattenimento o alla dimostrazione delle doti dell’esecutore, ma anche come un segno della coscienza interpretativa di Danise.
“Ajayô” è un vero e proprio “viaggio” interattivo tra musica emagia che coinvolge sia emotivamente che letteralmente ilpubblico.
Uno scambio continuo tra l’artista e gli ascoltatori.
Attraverso le sue note, Danise propone composizioni originali chesono state elaborate durante il lungo lockdown mondiale, riprende brani della tradizione napoletana come “Torna Maggio”,della tradizione messicana come ad esempio “La Llorona”, della tradizione brasiliana e jazzistica come “O Bebado E AEquilibrista”.
Il concetto che l’Artista vuole rappresentare è quello della speranza e che nei progetti del cielo (inteso in ampia rappresentazione:
divinità, destino, universo, ecc.), ci sia l'annullamento delle distanze, di qualunque tipo, non solo quelle dovute a profilassi mediche: distanze culturali, distanze sociali ed economiche, distanze religiose, ecc. ecc.
E quindi, Ajayò: Vuless' o ciel' potessimo abbracciarci, uomo e uomo, donna e donna, religioni diverse, culture diverse, divinità diverse, vestiti diversi, ovviamente in questo momento particolare in cui la distanza sociale è imposta dalla necessità di
evitare contagi, il significato diventa più forte”.